8-9-10 novembre, al Piccolo Teatro della Città di Catania: “Il mio nome è Caino” di Claudio Fava, con Ninni Bruschetta e Cettina Donato al pianoforte, per la regia di Laura Giacobbe.
Venerdì 8, Sabato 9 e Domenica 10 novembre, al Piccolo Teatro della Città di Catania, andrà in scena “Il Mio Nome È Caino” di Claudio Fava. Dopo un’anteprima che lo vede ripartire da Messina, città del debutto avvenuto lo scorso marzo al Teatro Savio, prende, dunque, il via l’attesa tournée dello spettacolo firmato alla regia da Laura Giacobbe ed interpretato dall’attore e regista Ninni Bruchetta insieme a Cettina Donato al pianoforte. “Un monologo con i connotati di un western”: così lo ha definito l’attore noto al grande pubblico che qui veste i panni del killer, “testimone e vittima, al tempo stesso, della furibonda guerra di mafia siciliana”. Al testo drammaturgico che viaggia tra i pensieri dell’uomo di mafia, si uniscono le musiche composte ed eseguite dal vivo al pianoforte da Cettina Donato, pianista, compositrice e direttore d’orchestra conosciuta ed apprezzata a livello internazionale. Uno spettacolo in cui note e drammaturgia si fondono in un’unica partitura, frutto di un intenso lavoro tra musicista ed interprete. “Il Mio Nome È Caino”, che è prodotto da Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri, ha partecipato al Jazzit Fest 2019 di Pompei ed è andato in scena a Gibellina per la 38esima edizione delle Orestiadi. Subito dopo Catania, la tournée condurrà lo spettacolo a Palermo il 14-15 e 16 novembre allo Spazio Franco, il 13 dicembre a Polistena (RC), il 15 dicembre ad Avola. Nel 2020 toccherà anche le città di Milano (Teatro Ciro Menotti), Roma (Teatro Brancaccino), Torino (Teatro Bellarte), Comiso (RG), Corciano (PG) e Canicattì (AG). Ulteriori date e destinazioni in aggiornamento.
Note di regia – di Laura Giacobbe
“Caino è il killer di mafia che al comando ha preferito l’amministrazione rigorosa della morte, qualcosa che somiglia a un mestiere ma che è anche una impietosa chiave di lettura dell’universo mafioso e delle sue opache propaggini, un personaggio fuori dalla cronaca, costruito interamente all’interno della coscienza.
Un “pensiero fuori posto” muove il suo racconto, assoluto, spietato, estremo, senza margini di riscatto. Fuori posto è anche il suo raccontare, a tratti straniato dalla vertigine dell’azione, oppure ingoiato dalla musica che lo sostiene, che improvvisa e improvvisando spinge Caino a cercare ancora un altro tono, un altro modo per dire, fuori tempo massimo, quando è troppo tardi per raccontare e tutto suona come una dolente deposizione resa a se stessi” – Laura Giacobbe
Su “Il mio nome è Caino” – di Ninni Bruschetta
“In poco più di dieci anni ho messo in scena quattro titoli di Claudio Fava, in qualità di regista. Tutti testi di impegno civile, narrazioni di fatti o avvenimenti realmente accaduti o interpretati secondo una logica di verità. Poi ho deciso di portare in scena “Il mio nome è Caino” interpretandolo in prima persona perché in questo racconto di fantasia e realtà, mirabilmente mischiate, credo che si esprima, in tutta la sua forza, la poetica dello scrittore ma anche del testimone. Un testimone diretto e anche vittima della furibonda guerra di mafia siciliana, che in questo testo mette a frutto questa testimonianza per saltare al di là della staccionata e proiettarsi nella mente di un killer. E se prima ne interpreta il maleficio e la follia, poi riesce a riconoscere in lui anche una normalità, una formazione, una cultura e persino un mestiere. Usa la sua contorta morale per avvicinarci al pensiero del male che, in ogni caso, non figura così distante da noi. Affrontare questo testo da attore mi è sembrato necessario proprio perché esso richiede all’interprete la più rigorosa “sospensione del giudizio” per poterne restituire la crudeltà, la freddezza e persino l’ironia. E ancora di più perché questo personaggio ha una sua normale, direi naturale umanità, la sua mente viziata ha una folle ma sorprendente sensibilità e mostra il lato più debole del male, finendo di fatto per decretarne la sconfitta”.
Ninni Bruschetta