di Katiuscia Magliarisi
regia Gruppo Number9
con Chiara Condrò, Katiuscia Magliarisi, Francesco Polizzi
idea scenica Christian Angeli
luci Salvatore Insana
produzione Metateatro e Nutrimenti Terrestri
realizzato in collaborazione con Rialto Santambrogio
luci e macchinazioni sceniche Giacomo Cursi
video animazione Gaetano Polizzi
Produzione Nutrimenti Terrestri (2015)
Doppelgänger
Chi cammina al tuo fianco
Milano anni cinquanta. Due gemelle. Un delitto irrisolto. Una delle due è un’assassina. Come stabilire la vera colpevole se le donne dapprima si coprono e poi si accusano a vicenda? Parallelamente all’indagine della polizia, uno psicologo cerca di fare luce sul caso, provando a dimostrare la matrice psicotica che ha spinto una delle due a compiere il gesto.
Note di regia
Deve essere una gran fortuna vivere con qualcuno che cammina sempre al tuo fianco, così identico a te da confondere chiunque, forse anche il principale al lavoro, che mai si accorgerebbe se un giorno sei proprio tu a sederti di fronte a lui e, il giorno dopo… quell’altro. Il tuo compagno di strada serve a ottimizzare il tempo, a limitare la routine, soprattutto in una storia d’amore, dove la persona amata impiegherebbe molto a distinguere l’uno dall’altro. Però tutto questo potrebbe anche essere una gran bella scocciatura, se, lentamente, uno dei due sentisse nascere dentro una diversità, un impulso a primeggiare, a volere tutto il tesoro per sé. Cosa vincerebbe in questo caso? Il naturale spirito di fratellanza o la naturale ambizione personale? Lo spettacolo Doppelgänger, letteralmente chi cammina al tuo fianco, offre una delle risposte possibili, un po’ sorridente, un po’ dolente. Un lavoro ispirato ai classici del cinema noir.
Galleria
Rassegna Stampa
Valeria Tomasulo, Rome Central
Questo spettacolo ha in sé il fascino intramontabile del vecchio cinema anni ‘50, il testo è infatti un “pastiche” di film noir statunitensi di quegli anni, frutto di una scrittura collettiva guidata da Christian Mario Angeli che ha anche firmato l’ideazione scenica. Sua è l’idea di trasporre nella messa in scena dal vivo quegli effetti di montaggio incrociato tipici del registro cinematografico.
Nel ruolo del narratore interno, Francesco Polizzi è lo psicologo romantico alle prese con un omicidio già commesso. Il colpevole ha due facce ma lo stesso sorriso. Lo stesso è il rossetto, i capelli e il vestito. Cambiano solo le lettere, una R e una T, legate al collo come una minaccia infantile di identità e separazione. Rebecca e Teresa, rispettivamente Katiuscia Magliarisi e Chiara Condrò – così belle che quando le vedi quasi non ci credi, saltate fuori dagli schermi di una vecchia Hollywood proiettata ai lati opposti della scena – sono le sorelle gemelle, i due volti dello stesso delitto, due strade parallele sul filo rotto di un’unica passione
Krizia Ricupero, Recensito
“Doppelganger chi cammina al tuo fianco”: gioco tra doppia personalità e rivalità femminile
“Tutte le donne hanno un fondo di rivalità”, siano esse amiche, colleghe, sorelle o gemelle. E sono proprio due gemelle le protagoniste dello spettacolo “Doppelganger. Chi cammina al tuo fianco” in scena fino al 26 aprile al Teatro Cometa Off di Roma, con la regia del Gruppo Number9.
Ispirato ad alcuni film noir americani, lo spettacolo ci conduce nella Milano borghese degli anni ’50. È appena stato commesso un delitto. Le sospettate sono Teresa e Rebecca (Chiara Condrò e Katiuscia Magliarisi), interrogate da Francesco Polizzi prima nei panni di un commissario e poi in quelli di uno psicologo – il quale vuole far luce sul caso cercando di dimostrare la natura psicotica del gesto compiuto da una delle gemelle.
Le due donne sono profondamente legate da un rapporto di estrema protezione, dovuto al fatto di essere state costrette, dalle circostanze della vita, a farsi da mamma a vicenda. Questo le porta prima a coprirsi e poi ad accusarsi, spinte anche dalla gelosia e dalla rivalità che nasce in seguito all’infatuazione dello psicologo nei confronti di una delle due.
Tutto lo spettacolo è attraversato dal tema del doppio e della doppia personalità e anche la disposizione del palcoscenico ne risente, poiché è diviso in due parti. Il proscenio è occupato dal salotto che, a turno, è quello delle due donne e dello psicologo; la seconda porzione di spazio scenico è invece visibile al pubblico solo attraverso due monitor collocati di lato che, trasmettendo immagini in bianco e nero, mostrano retroscena centrali della storia e il gusto dei personaggi di osservarsi, controllarsi e spiarsi. Oltre a chiedersi “chi è la colpevole”, il pubblico sembra chiamato a porsi altre domande: “Come ci poniamo nel quotidiano quando sentiamo emergere dentro di noi una parte distruttiva?”; “Dovremmo dare ascolto alla personale ambizione o al naturale spirito di fratellanza?”; “Come ci comportiamo quando vogliamo far vincere assolutamente la nostra parte buona?”.
Lo spettacolo però non ha la pretesa di dare delle risposte ma piuttosto di stimolare lo spettatore a porsi delle domande, anche nel caso in cui queste dovessero rimanere tali.