da Orlando Furioso
liberamente tratto dal canto XXXIV
di e con Filippo Luna
musiche eseguite dal vivo alla fisarmonica da Virginia Maiorana
disegno luci di Stefano Barbagallo
Note
Rispettosamente tratto dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, “Astolfo sulla Luna” è un concerto per attore e musicista, rigorosamente in versi. E’ un puro divertissement tra parole e musica che racconta il viaggio di Astolfo, una parabola incredibilmente attuale che riporta al mondo così come lo vediamo e viviamo oggi, un mondo che è solo il frutto della nostra perdita di senno, della nostra follia. Ma il nostro di senno non è finito sulla luna come quello di Orlando, il nostro lo abbiamo perso e non ci sarà nessuno pronto a partire per riportarcelo indietro.
Astolfo è oggi, molto probabilmente, il cavaliere magico che vive dentro ognuno di noi. Il nostro senno è dentro di noi, imprigionato dalla follia urbana, dalla perdita di umanità e ci vuole un gran coraggio e una grande energia per farsi ispirare, per tornare a riappropriarsi del nostro essere umani, della nostra ragione.
“Le cose perse in terra dove vanno a finire? Sulla Luna”
“Se la ragione degli uomini è quassù che si conserva, vuol dire che sulla Terra non è rimasta che pazzia”
L’attore racconta la storia di Astolfo, che inviato sulla Luna da San Giovanni per cercare il senno di Orlando, scopre l’orizzonte ultraterreno dove si conservano tutte le cose smarrite sulla Terra.
Dopo aver visitato l’Inferno, Astolfo raggiunge in groppa all’ippogrifo la cima del Paradiso Terrestre e qui è accolto da S.Giovanni Evangelista, che lo scorta poi sulla Luna a bordo del carro d’Elia e gli fa da guida. Il viaggio prodigioso di Astolfo diventa l’occasione per biasimare la follia dell’uomo che getta via il tempo inseguendo vane illusioni.
Galleria
Rassegna Stampa
Gigi Giacobbe, Sipario
[…] Astolfo. Un personaggio quest’ultimo preso di mira adesso da Filippo Luna che, giocando sul suo cognome, ha incentrato il suo spettacolo sul canto XXXIV dirigendolo interpretandolo e titolandolo Astolfo sulla luna, con l’accompagnamento musicale dal vivo dell’ottima fisarmonicista di Virginia Maiorana, dove sfodera le sue innate doti metamorfiche, già evidenziate al cinema e in televisione, culminate in Teatro con Le mille bolle blu di Totò Rizzo che gli è valso tra l’altro il Premio della Critica Teatrale 2010 per la sua commovente interpretazione. […]
Giusi Arimatea, Infomessina
[…] Spazio dunque a una grande, anzi grandissima prova attoriale di Filippo Luna, al quale si deve il recupero di quello spazio di libertà entro cui il teatro, nella mediazione d’un testo letterario che è sintesi poetica del Cinquecento, ritrova l’immediata realtà tragicomica d’un tempo, di matrice spiccatamente laica e profana, e la impiega, a distanza di secoli, per riferire una commedia umana senza tempo. A riceverla, del resto, un mondo che ha perso il senno al pari di Orlando e probabilmente disavvezzo a scrutare con gli occhi colmi di poesia, e nei modi fantastici dell’invenzione, l’iridescente spettacolo dell’esistenza. Posto che la vicenda di Astolfo che parte con l’ippogrifo alla ricerca del senno perduto da Orlando, giungendo fino al vallon lunare, sia a tutti ben nota, è qui opportuno evidenziare la destrezza con cui Filippo Luna si muove nei luoghi del Furioso, trasferendone sulla scena tutta quanta l’energia dinamica, scortandone il persistente mutare di prospettive e al contempo sciogliendosi dentro il suono prezioso della fisarmonica di Virginia Maiorana, valente partitura sonora a commento dell’azione scenica. Il linguaggio verbale si relaziona alla musica e viceversa, ordendo un dialogo simbiotico che certifica la nobile corrispondenza tra le arti. Il risultato, nell’intreccio di parole e note, è strabiliante. […]