scritto e diretto da Claudio Gioè
con Claudio Gioè, Fabrizio Romano
scene Roberto De Angelis
costumi Valentina Monticelli
luci Alessandro Arena
video Valentina Marianini
foto Fabio Lovino
coreografia Giada Bevilacqua
direttore di scena Laura Giacobbe
produzione (2006)
in collaborazione con Asti Teatro
Note
Nato a tappe, attraverso tre tempi e altrettanti studi, “Caligola Night live” è un atto unico sul dramma umano ed esistenziale di Caligola.
Claudio Gioè (autore, interprete e regista) mette in scena l’ultima notte dell’imperatore romano esplorando luci ed ombre della mente del folle dittatore e proiettando nel presente le tragiche conseguenze di uno smisurato potere, concentrato nelle mani di un unico uomo.
Passato alla storia come l’emblema della follia al potere, in questa originale riscrittura della tragedia- trascendendo il dato storico- Caligola diventa l’occasione per tracciare il ritratto di un moderno potente malato di egocentrismo e allo stesso tempo di una società che implode sotto l’urto dei suoi stessi limiti.
Chiuso in un bunker in attesa della fine, giunto al culmine del delirio di onnipotenza, in compagnia solo di un servitore e degli atroci fantasmi che affastellano e agitano la sua mente, Caligola ricorda le sue folli imprese, dando vita ad un vero “one man show” in evocazione di stile americano, in uno strano crescendo in cui si alternano monologhi, canzoni anni ’50 da Tony Bennett a Frank Sinatra, intermezzi televisivi e un tragico ballo col fantasma della sorella-amante Drusilla.
Accecato da una ossessiva volontà di potenza, Caligola si fa rappresentazione del sogno americano (e occidentale) per cui tutto è possibile, metafora di un impero (e di un tempo) malato di individualismo e di una società in cui anche il potere diventa spettacolo.
Nell’attuare la più sregolata e cruenta dittatura, prima di tutto su se stesso, Caligola si scontra con i suoi limiti, oltre che con la realtà della morte e la caducità dell’esistenza, sino a rimanere impigliato nelle maglie di un sistema di cui resterà vittima ancor più che carnefice.
Caligola è passato alla storia come l’emblema della follia al potere.
Le fonti sulle quali è fondato tale giudizio sono a dir poco “gonfiate” e nella migliori delle ipotesi, funzionali ad una rimozione.
Un fatto rimane: quando Caligola diventò l’uomo più potente del mondo allora conosciuto, aveva appena 24 anni…
A volte ci si dimentica che è pur sempre da un uomo che provengono tutte le idee, le conseguenti azioni di un dittatore; la pianificazione di stermini di massa, il culto personale e i deliri di onnipotenza più o meno mascherati, mentre fuori e tutto intorno semina e cova sotterraneo un dissenso di forza uguale e contraria alla violenza dei suoi gesti.
Quello che più ci interessava capire e mettere in rilievo sono le conseguenze estreme di un “io dittatore” all’interno di un corpo finito.
E Caligola in questo senso è paradigmatico: la genesi intima di una dittatura su se stessi.
Più che l’interpretazione storica, il campo di indagine (e di battaglia) dello spettacolo è proprio il corpo dell’imperatore, sperduto nel proprio delirio, imprigionato nelle sue idee e condannato a vivere ascoltando l’eco solitaria della propria voce in un vuoto castello.
Un moderno io smisurato che non riesce a reggere il contatto con la realtà e tenta una fuga disperata quanto impossibile dai propri confini…
C’è un piccolo Caligola in ognuno di noi…